La tragedia che tante famiglie italiane hanno vissuto e ancora vivono sulla loro pelle è frutto delle scelte sanitarie scellerate, fatte a suo tempo anche da parte di quella che ancora qualcuno osa definire sinistra (PD) ma che ha dimostrato di avere ben poco da spartire con la sinistra. L’emergenza sanitaria ancora in atto dimostra il fallimento del modello neoliberista, (tipico delle destre), a cui anche il Partito Democratico ha aderito, che ha anteposto gli interessi delle finanziarie e delle banche ai diritti delle persone. Il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato particolarmente attaccato nell’ultimo decennio mediante tagli e privatizzazioni.
La pandemia da coronavirus ha fatto riscoprire il valore primario della salute pubblica dei cittadini rispetto al profitto delle aziende; l’importanza dell’intervento coordinato delle istituzioni pubbliche a salvaguardia del bene primario della salute.
Oggi più che mai l’evento pandemico ci deve far riflettere e spingerci ad investire in prevenzione, perché le catastrofi sembrano sempre lontane finché non ci si scivola dentro. Prevenzione oggi significa anche imporre l’allontanamento, pena la chiusura, dell’azienda che dispensa veleni nell’aria di Bollate. Prevenzione significa il dovere da parte dell’autorità amministrativa di accertare direttamente in sede locale l’esistenza in concreto della nocività dell’impianto come quello della Bitumati, classificato insalubre di prima classe.
Troppe falsità, sottovalutazioni, impreparazioni, sviamenti sono intervenute in questi anni. Ad oggi grazie alle rilevazioni compiute da parte degli enti e dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (AMAT) risulta, come si può rilevare dalle conclusioni del rapporto di quest’ultima, che: “ vi sono correlazioni evidenti tra le segnalazioni degli odori e le misurazioni di incrementi di COV e di PM10 sia nel sito più prossimo alla Bitumati, sia a 600 metri di distanza…fatto che suggerisce di considerare che l’attività correlata alla produzione dei carichi sia comunque fonte di emissioni odorigene e di incrementi rilevabili delle concentrazioni di COV “.. e ancora…“emerge che risultano esposti alle concentrazioni di COV compatibili con la provenienza dall’impianto Bitumati anche siti sensibili (ossia siti in cui si trovano per lunghi periodi soggetti particolarmente vulnerabili nei confronti degli effetti dell’inquinamento quali i bambini) quali l’asilo di Via Madonna”. …
Diversi studi in atto hanno evidenziato che il pm10 funge da veicolo per il virus e che la pandemia da coronavirus risulta maggiore laddove maggiore è l’inquinamento da micropolveri. I composti organici volatili (COV) sono sostanze di accertata tossicità/cancerogenicità.
L’agenzia che ha effettuato le rilevazioni non poteva essere più esplicita di così. Ha fornito all’amministrazione comunale ed in particolare al sindaco, quale tutore della salute pubblica, le analisi, gli strumenti e gli argomenti per impedire la prosecuzione dell’attività della Bitumati così com’è.
Solo oggi, buon ultimo, con inaudito ritardo e a mandato scaduto, in evidente sospetto di azione puramente elettoralistica, il sindaco ha presentato un esposto verso ignoti per odori molesti. Ma dal 2015 non è stata disposta alcuna seria strategia volta ad aggredire il problema. La popolazione ha subito e continua a subire il problema senza un orizzonte di soluzione da parte del sindaco, il quale svela nell’ultimo consiglio comunale di aver proposto alla Bitumati di spostarsi nell’area di Ospiate. La politica deve saper governare gli eventi non subirli passivamente come per lungo tempo è stato fatto con l’azienda di produzione di conglomerati bituminosi.
Federazione della Sinistra – Bollate 08 maggio 2020